Marco Boato - attività politica e istituzionale | ||||||||||||||||
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Trento, 13 novembre 2008 Marco Boato non ci sta a farsi fare le scarpe dai partiti «grandi» della coalizione, che vorrebbero i Verdi fuori dalla giunta provinciale per recuperare almeno un posto da spartire. «È sempre la solita storia - commenta il presidente dei Verdi del Trentino - nel 2003 erano Remo Andreolli per i Ds e Mauro Betta per la Margherita a chiedere a Dellai di escludere i Verdi dalla giunta. Non lo ha fatto allora e io sono sicuro che non lo farà neanche adesso». «Il Patt - sostiene Boato - alza sempre la posta, lo ha sempre fatto, ma escludo che Dellai possa dargli due assessorati. Ne avranno uno e la presidenza del consiglio, come l'altra volta, tanto più che rispetto a cinque anni fa anche loro hanno perso voti. Gli altri posti saranno distribuiti tre al Pd, 2 all'Upt e uno all'Udc perché Dellai lo ha promesso in campagna elettorale e credo che darà il posto a Lia Beltrami perché è una donna, visto che in consiglio provinciale ne sono entrate così poche». Boato si esprime con grande convinzione perché, dice, «conosco bene Lorenzo Dellai». «I Verdi - prosegue il leader del partito - hanno sempre avuto un solo consigliere eppure sono in giunta provinciale con Dellai da dieci anni, non vedo perché le cose ora dovrebbero cambiare. Roberto Bombarda poi è un giovane che ha forti competenze sul tema dell'ambiente, è serio, ha due lauree ed è una persona pacata non è certo un pasdaran. Penso che potrebbe dare un contributo importante alla nuova squadra di governo di Dellai». Dopo lo «spot» pro Bombarda, Boato ricorda al presidente della Provincia che: «Alcide De Gasperi anche quando aveva la maggioranza assoluta si è sempre guardato bene dal fare dei governi con la sola Dc, ha sempre chiamato altre forze politiche nella sua coalizione». Il presidente dei Verdi, così come le altre forze politiche che rivendicano uno o più posti in giunta, non vuole rinunciare all'assessorato e certo non si accontenterebbe della presidenza del consiglio provinciale, perché si pone l'obiettivo di fare entrare in Consiglio l'ex assessore Iva Berasi, che è arrivata seconda, dopo Bombarda, e si è vista soffiare il seggio. In questi cinque anni Roberto Bombarda dal consiglio provinciale è stato spesso più critico e duro con le scelte di Dellai sui temi legati all'ambiente che non la collega che era in giunta e non si sa se il governatore abbia piacere di trovarsi nell'esecutivo un assessore che potrebbe mettere in discussione molte delle scelte non gradite dai Verdi che, c'è da scommetterci, l'asse Upt-Udc-Patt tirerà fuori dal cassetto. Forse anche per questo, ieri Marco Boato ha avanzato anche una proposta alternativa a Dellai: «Potrebbe chiamare Iva Berasi come assessore esterno». Intanto, il Patt dice di non voler rinunciare a due assessorati e il segretario Ugo Rossi ironizza: «Abbiamo visto che il verde Riccardo Dello Sbarba ha fatto molto bene il presidente del consiglio provinciale di Bolzano, penso che un verde potrà fare altrettanto bene anche a Trento». Insomma, la presidenza del consiglio al Patt questa volta - nella scorsa legislatura era andata a Giacomo Bezzi e poi a Dario Pallaoro - non interessa, punta al governo». Lo ribadisce anche l'assessore autonomista uscente Franco Panizza , il terzo più votato in assoluto dopo Pacher e Mellarini, nel rivendicare il «grande ruolo» avuto dal suo partito nelle elezioni di domenica. Su questo aspetto il partito inizierà a discutere in settimana e l'obiettivo sono due assessorati incardinati sulle competenze relative alle imprese sul territorio e alla cultura autonomista. Il Patt ritiene di potersi permettere di alzare le richieste perché Dellai sa che questa volta non era scontato che gli autonomisti si schierassero con lui visto che fino a pochi mesi fa, soprattutto dopo le politiche, erano tentati a staccarsi da questa maggioranza e il segretario Ugo Rossi ha dovuto superare molte resistenze interne e rischi di spaccature per portare il suo partito nella coalizione di Dellai. |
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